Puntualmente ogni anno, proponiamo un sondaggio ai nostri clienti con l’intento di fornire un’analisi sulla situazione economica delle aziende italiane; i risultati sono dati interessantissimi da condividere, specialmente se confrontati con i dati degli anni precedenti.
Inoltre siamo particolarmente soddisfatti di poter estrapolare questi dati da una fascia di utenti molto variegata con oltre 1.600 aziende, che comprende piccole imprese e grandi imprenditori, mostrando una pluralità di voci appartenenti alla PMI.

Il primo dato che vale la pena attenzionare è il curioso ex aequo tra chi afferma che i debitori siano rimasti invariati dal 2022 e chi invece afferma che siano aumentati: a farci riflettere non è tanto il perfetto equilibrio tra le due voci che si assesta al 38.10%, quanto la striminzita fascia di chi sostiene che i debitori siano addirittura diminuiti, ferma al 23.81%.

Il dato è tratto

Come negli scorsi anni il dato più allarmante resta la quantità di fatture non pagate: il volume di aziende che ha dichiarato un numero superiore a 6 fatture non pagate continua inesorabilmente a crescere passando dal 21,74% del 2021, nel 2022 era arrivato al 30.30% e quest’anno è arrivato addirittura al 34.12%.
Se invece volessimo sommare il range che va da 1 a 5 fatture in ritardo, il dato che supera ampiamente l’80% delle risposte può anche sembrare legittimo se non fosse che relega al solo 10.59% la fascia di coloro che non hanno fatture insolute.

Minori
Grandi

Abbiamo poi chiesto ai nostri utenti che tipo di cliente solitamente fa slittare il pagamento e almeno da questo punto di vista il dato sembra essere positivo, con un 64.37% di clienti minori e relativi importi, contro il 35.67% di clienti importanti, che fatturano più del 15% annuo.
Per fortuna il dato successivo fa emergere un altro aspetto che ci piace sottolineare, se non altro per guardare il bicchiere mezzo pieno:
nell’analizzare il tipo di cliente che tarda a pagare c’è una netta maggioranza al 64.77% di vecchie conoscenze, che mette in luce un fattore determinante di queste dinamiche, ovvero la fiducia.

La speranza è quella che si tratti di situazioni estemporanee, dove cliente e creditore, si conoscano bene e ci siano i presupposti per risolvere al meglio la situazione. Ma per esperienza possiamo affermare che non è sempre così.

Vecchi
Nuovi

Ma che strumenti abbiamo per prevenire questi casi?

Abbiamo chiesto infine ai nostri utenti se conoscessero strumenti di Business Information per avere un quadro più dettagliato di clienti e soprattutto partner con cui collaborare.

Purtroppo il dato predominante è il 46.88% di chi non usa questo tipo di strumenti,  ben distaccato  dal 34.38% di chi almeno si interessa della storicità dei clienti.

Al 25% troviamo chi reperisce informazioni commerciali, il passaparola con il solo 9% si mostra un metodo poco usato e poco affidabile; ultimi al 6.25 troviamo Assicurazione del credito e altri metodi

Meglio tardi che mai

Ma il motivo per cui hanno inventato la gomma da cancellare dietro alle matite, è perché spesso può capitare di sbagliare; se proprio non si riesce a mettere in pratica il vecchio adagio “prevenire è meglio che curare”, lì dove un’informazione avrebbe fatto comodo ma ve ne siete resi conto un po’ troppo tardi, possiamo rimboccarci le maniche e procedere con il recupero.

Allora per concludere ci siamo interrogati anche noi su quali aspetti migliorare ed è per questo che faremo tesoro della vostra partecipazione e delle vostre indicazioni.

E tu cosa aspetti?

A questo punto viene da chiedersi, se e quanto siano affidabili, i vostri clienti.
Reperire informazioni commerciali è legale ed è un vostro diritto.
Insomma, meglio andare sul sicuro.

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