Il rapporto ASMCR è un documento realizzato annualmente dalla Commissione Europea ed esamina i progressi compiuti nell’ultimo anno in nove settori cruciali.

Lo scorso 14 Febbraio, la Commissione Europea, ha pubblicato il Report annuale sul Mercato Unico e la Competitività (ASMCR), un documento che offre moltissimi spunti di riflessione e dati interessanti su diverse realtà imprenditoriali.
Ma a cosa serve?
Con oltre 440 milioni di consumatori e grandi economie di scala il Mercato Unico dell’UE è una delle aree di mercato integrate più grandi al mondo, – con le sue imprese che rappresentano un quarto delle esportazioni globali di servizi e un quinto di beni ad alta tecnologia – diventando una destinazione molto proficua per gli investimenti esteri. Il suo quadro macroeconomico stabile e le infrastrutture di alta qualità supportano un ambiente favorevole agli investimenti e sono radicati in un solido modello di economia sociale di mercato.
Ma per preservare questo prezioso equilibrio, la Commissione ha intrapreso importanti iniziative come rafforzare la base industriale dell’UE durante la pandemia da COVID-19, ma anche in occasione del conflitto tra Russia e Ucraina.

In questo contesto impegnativo e alla luce della crescente competizione globale, la Commissione si impegna a combinare la transizione verde e digitale con un Mercato Unico competitivo e sostenibile, senza lasciare indietro nessuno. Un Mercato Unico funzionale e operativo può aiutare i consumatori attraverso prezzi più bassi, scelte diversificate e diritti comuni ben protetti; ma in quest’ottica è bene tenere d’occhio gli sviluppi e le reazioni che vengono determinati da queste politiche nelle dimensioni locali, come ad esempio, le recenti proteste degli agricoltori.

Nel 2023, la Comunicazione sul Mercato Unico a 30 ha discusso il modo in cui il Mercato Unico potrebbe essere ulteriormente approfondito per sfruttarne appieno il potenziale.
Parallelamente, questo report sulla competitività a lungo termine ha l’obiettivo di fornire una panoramica delle sfide alla competitività e le valutando attraverso il prisma di nove valori di competitività e identifica inoltre le future priorità e suggerisce eventuali azioni da intraprendere.

Quali indici di riferimento sono stati utilizzati?

  •  funzionamento del mercato unico
  • accesso al capitale privato
  • investimenti e infrastrutture pubblici
  • ricerca e innovazione
  • energia
  • circolarità
  • digitalizzazione
  • istruzione e competenze
  • commercio e autonomia strategica aperta.

Quali sono i propositi per il futuro?

Tra le varie informazioni che più colpiscono ci sono comunque i propositi positivi di questo documento che parla di futuri investimenti:

Gli investimenti pubblici si sono ripresi dai bassi livelli registrati dopo la crisi finanziaria. I fondi della Politica di Coesione dell’UE, il Fondo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) e altri programmi hanno contribuito a finanziare la transizione verde e digitale, mantenendo nel contempo un terreno di gioco equo e promuovendo la convergenza all’interno del Mercato Unico. Tuttavia, è necessario aumentare e rendere più strategici gli investimenti pubblici, anche attraverso strumenti più innovativi che contribuiscano a ridurre i rischi degli investimenti privati, al fine di attivare i finanziamenti privati e fornire i 650 miliardi di euro richiesti annualmente per la doppia transizione e per la resilienza economica dell’Europa.

Il Mercato Unico e la politica industriale vanno di pari passo per sostenere la competitività dell’UE. Il rapporto odierno presenta dati e cifre che evidenziano i numerosi punti di forza dell’economia dell’UE, del suo Mercato Unico, del suo potenziale innovativo e del suo quadro regolamentare nei settori verde e digitale. Nonostante questi solidi asset, sono necessari maggiori sforzi per affrontare i costi dell’energia, evitare di sostituire le vecchie dipendenze dai combustibili fossili con nuove dipendenze e garantire una migliore coordinazione degli investimenti dell’UE e nazionali nelle tecnologie del futuro, per creare posti di lavoro di qualità nell’UE.

Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno